martedì 18 marzo 2008

Se vuoi ottenere l’eccellenza non fare sconti a te stesso

Riporto un articolo di Francesco Alberoni, pubblicato sul Corriere della Sera del 17 Marzo 2008. Mi sembra molto importante.

L'articolo parla dell'eccellenza; io temo che nessuno voglia più raggiungere l'eccellenza con le proprie forze. Come ci dice Alberoni: "per i greci era la virtù più importante. Oggi la spinta all'eccellenza viene ostacolata da una pedagogia che punta sulla facilità, la mediocrità, l'improvvisazione. Ma con la banalità e la mediocrità la società non si sviluppa e l'individuo si deteriora. L'eccellenza si ottiene solo se, ogni volta, facciamo meglio della volta precedente".

Ma ecco l'articolo completo.

Aretè, eccellenza. Per i greci era la virtù più importante. Ciascuno, nel suo campo di attività, nella sua arte, doveva prodigarsi per raggiungere la perfezione. Il vasaio realizzare i vasi più belli, lo scultore le più belle statue, il navigante guidare con la massima perizia la sua nave, il poeta tragico scrivere le più sublimi tragedie. Michele Ferrero mi raccontava con che passione faceva le prove e le ricerche che, alla fine, lo hanno condotto alla invenzione della Nutella. Ho seguito passo passo l'appassionante creazione di Mulino bianco. Io stesso ho passato dodici anni a studiare e a riscrivere lo stesso argomento finché non è nato il libro «Innamoramento e amore». E per tutti il periodo più bello è stato proprio quello della ricerca quando, attraverso lo sforzo, senti nascere qualcosa di cui tu stesso, a un certo momento, sei stupito e ammiri. Oggi però la spinta all'eccellenza viene ostacolata da una pedagogia che punta sulla facilità, la mediocrità, l'improvvisazione. Col risultato che i ragazzi non hanno informazioni sistematiche, non sanno concentrarsi e non sanno argomentare. Mentre coloro che vorrebbero una scuola rigorosa—molti insegnanti delle scuole medie e superiori e dell'università—vengono sistematicamente osteggiati. Ma con la banalità e la mediocrità la società non si sviluppa e l'individuo si deteriora. L'eccellenza si ottiene solo se, ogni volta, facciamo meglio della volta precedente. Mi viene in mente una ragazza che, fin da dieci anni, ha fatto moltissimi lavori, in campagna, a vendere libri, e ogni volta era così brava che la promuovevano a un'attività superiore. Finché, a vent'anni, non ha rilevato una piccola impresa e l'ha fatta prosperare. Ma l'abitudine a fare le cose in modo perfetto l'ha imparata da piccola, su lavori umilissimi. Solo chi è esigente con se stesso sviluppa la capacità di giudicare ciò che vale e ciò che non vale. Il bravo architetto con uno sguardo coglie la disarmonia, lo scienziato di valore identifica la contraddizione, il grande musicista si accorge anche di una sola nota sbagliata. E noi abbiamo bisogno di gente di questo genere in tutti campi, dagli ospedali, alle discariche, alla magistratura. Abbiamo bisogno di una classe dirigente all'altezza dei difficili tempi che viviamo. Ma tutto comincia dall'individuo, dalla sua motivazione, dal suo impegno a realizzare l'eccellenza.

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