lunedì 18 febbraio 2008

Emissione di sostanze tossiche

Cercando una nuova cucina, sono venuto a conoscenza di un mondo a me ignoto: le emissioni di sostanze tossiche e radioattive da parte di molti materiali di uso comune; materiali cioé che usiamo tutti i giorni, con i quali siamo a contatto quotidiano e che talvolta ingeriamo, oltre a respirare.

Le vernici sintetiche che ricoprono alcuni nostri mobili, emettono sostanze volatili tossiche anche molto tempo dopo l'acquisto. Ad esempio abbiamo emissione, continua e consistente di acetone, stirene, acido acetico ed altri impronunciabili. La soluzione a questo problema sono le vernici ad acqua.

La radioattività artificiale, presente nel legno dopo il disastro di Černobyl.

La radioattività naturale, presente in alcuni materiali naturali in forma maggiore che in altri. Per esempio i graniti emettono una certa radioattività, mentre il marmo ne ha una molto bassa.

La formaldeide, contenuta in alcune colle, viene emessa nell'ambiente per alcuni anni in modo continuo. Questa sostanza è riconosciuta come cancerogena per l'uomo. A differenza di quanto avviene in Germania ed in Giappone, in Italia non esistono leggi che ne normalizzino l'emissione nei mobili.

Quanto sopra l'ho voluto riportare non per terrorizzare, ma perché ritengo utile essere informati; in questo modo, chi vuole e chi ne ha i mezzi, può correre ai ripari.

Per esempio esiste una fabbrica di cucine che è molto, molto attenta a questa problematica; ovviamente è anche molto attenta all'ambiente. Pensate che si occupano di ripristinare nell'atmosfera, l'ossigeno consumato durante il ciclo produttivo.

Non è un caso che questa fabbrica non sia conosciuta alla massa, la ragione consiste nel fatto che loro non sprecano risorse in pubblicità, ma le destinano alla qualità. Lo stesso fa l'azienda per la quale lavoro; è questa l'unica risposta seria per limitare i costi e per rispondere alle esigenze dei consumatori.

I clienti felici parlano bene di queste aziende, eliminando così la necessità della fastidiosa pubblicità. Chi lo sà risparmia ed ha cose buone.

E tu?

martedì 12 febbraio 2008

Qualche dato sull'acqua minerale in bottiglia



Continua la "rivolta" contro la mercificazione dell'acqua.
Uno studio inglese dice che per produrre una bottiglia di plastica da un litro, la fabbrica impiega sette litri di acqua e 162 grammi di greggio, che a loro volta sviluppano 100 grammi di gas serra.
E non basta; anche da noi è sempre più "di moda" bere acqua delle isole Fiji o della Nuova Zelanda. Non bastava l'inquinamento dei TIR che portano l'acqua da Nord a Sud e viceversa; avete idea di quanto inquini un volo aereo dalla Nuova Zelanda?

A New York la nuova tendenza di moda è riempire una bottiglia in casa ed usarla in ufficio, in palestra e metterla nello zaino dei bambini per la scuola.

A Chicago il sindaco ha imposto una tassa di 5 centesimi su ogni bottiglia di plastica per evitare ciò che accade ormai ovunque: milioni di bottiglie di plastica riversate in mare e sulle spiaggie.

L'Italia è il primo consumatore del mondo di acque minerali in bottiglia. Ne beviamo, in media, 172 litri a testa. Senza giustificazione alcuna.

C'è un bel sito che approfondisce tutto questo; si chiama imbrocchiamola

lunedì 11 febbraio 2008

Venezia, la crociata anti minerale

Il Corriere della Sera di oggi riporta una notizia interessante.

Ogni tanto qualcuno prova a far rinsavire i consumatori: quello dell'acqua minerale è uno dei consumi più assurdi che ci vede protagonisti. Noi italiani siamo i più grandi consumatori di acqua al mondo! Eppure, grazie a tutte le montagne che ci circondano, abbiamo disponibili, quasi ovunque, le migliori acque sorgive.
Le acque imbottigliate non sono sicure per tante ragioni: la legge prevede che siano analizzate una volta ogni cinque anni; le bottiglie di plastica lasciate al sole si deteriorano; non si sa quando sono state imbottigliate, ecc.
Non calcoliamo inoltre l'inquinamento derivato dal trasporto di queste bottiglie: non si capisce perché, ma a Sud bevono acque del Nord e viceversa!
Una delle acque preferite ha un residuo fisso al limite della potabilità.
Ma si potrebbe parlare per una vita di quanto le acque minerali in bottiglia siano un male.



Oggi a Venezia, il sindaco Cacciari ed altri illuminati, si sono messi a boicottare le acque in bottiglia.
Intendiamoci, il tam tam pro acqua naturale come bevanda quotidiana è già un dato di fatto. Per la soddisfazione degli ambientalisti. Tant'è. La scalfittura nel fatturato delle «minerali» (giro d'affari in Italia da 3,2 miliardi di euro) è modesta, ma, dai e dai, la goccia potrebbe diventare cascata e quindi linea di tendenza.
Fatto sta che la battaglia di Venezia è partita in grande stile. E Massimo Cacciari non ha nulla da invidiare al sindaco di New York Michael Bloomberg. Che lo scorso luglio si mise a capo della crociata contro la mineral water, con lo slogan: «Dimenticate la minerale e bevete l'acqua che sgorga direttamente in casa vostra». Il primo cittadino di Venezia coglie l'aspetto economico della questione. «L'acqua minerale — avverte — non è indispensabile. Rinunciandovi, ogni famiglia potrà risparmiare un bel po' di quattrini alla fine del mese».

La mia famiglia è salva: noi beviamo l'acqua di Roma, ottima. Per eliminare il cloro ed altri composti indesiderati, usiamo un filtro al carbone attivo pressato. Ci credo così tanto che mi sono messo a distribuirlo: almeno agli amici e parenti. Dopo il primo anno di investimento, risparmi alla grande!