venerdì 25 gennaio 2008

Come vendere sapone e vivere felici

Sintesi divertente del network marketing. Parlare con gli amici e condividere le proprie esperienze può portare ad essere remunerati per questo.
La cosa, se condotta bene, può essere di grande vantaggio per chi vuole incrementare il suo reddito.
Di contro è probabile che gli amici, che prima ti ascoltavano tranquillamente, smettano di farlo solo perché tu ci guadagni. Questo può essere anche giusto perché tu, dal momento che guadagni con il passaparola, non sei più un messaggero indipendente.
Se però i prodotti sono effettivamente vantaggiosi, allora forse l'amico farebbe bene ad ascoltarti.
La differenza sta nella tua etica: parleresti bene di un prodotto che non è eccellente, solo perché ti pagano?
A te la risposta.

martedì 15 gennaio 2008

Il passaparola - Articolo su Repubblica

Il passaparola è lo spot più efficace e pesa tanto il parere dei consumatori
Sali su un taxi di Londra e con la scusa del brutto tempo il tassista comincia a parlarti del suo ultimo viaggio in Thailandia. Secondo lui, un luogo ameno e a buon mercato, dove è stato di recente, in vacanza con la sua signora.

Ma la sua chiacchierata non è spontanea. Quel tassista sta facendo anche un altro mestiere: il testimonial, ingaggiato dal ministero del turismo Thai, che lo ha appena invitato, per una settimana nel paese del sorriso. La sua missione, per niente impossibile, tornato in Inghilterra, sarà parlare bene della Thailandia ai suoi numerosi, e ignari, clienti.

Il passaparola è la nuova moda della pubblicità, ispirata dalla crescita esponenziale dei social network e dei forum in cui corrono consigli e commenti su milioni di prodotti. Una formula che si diffonde anche perché le ricerche dipingono un consumatore sempre più scettico, rispetto alla pubblicità tradizionale. Nel forum dell'autorevole rivista Wine Spectator si parla spesso dei blind test, gli assaggi bendati dei vini, per evitare che, influenzati dalle case vinicole, gli esperti diano dei giudizi di parte. "Una precauzione necessaria poiché il consiglio personale di un sommelier durante un corso, vale mille spot pubblicitari delle case vinicole" dice Franco Caprino della Cantina di Manuela, a Milano.
Sulla Rambla di Barcellona studenti universitari si trasformano ogni mattina in uomini sandwich per invitare i passanti ad un pranzo generoso da 10 euro, nel ristorante che si trova a pochi metri, e rinforzano il messaggio dicendoti: "Amigo, ci ho appena mangiato con la mia ragazza. E' buonissimo!"

Se negli anno '80 bastava ingaggiare Alberto Tomba per vendere pasta e automobili, nell'era del web a volte ci si fida più di un tassista che di Britney Spears, che ti invita a stappare una bibita con le bollicine. Perché si cercano queste nuove forme marketing che si propagano da persona a persona? La risposta è in una ricerca condotta da Aegis, colosso europeo che compra spazi pubblicitari sui media: "Raggiungere un ragazzo quindicenne con un messaggio televisivo in prima serata, ti costa oltre 400 euro perché i giovani che guardano la tv sono ormai pochissimi, rispetto a quelli attaccati alla rete, che solo in Italia conta 24 milioni di utenti" sottolinea Walter Hartsarich presidente di Aegis Media Italia. "La personalizzazione del messaggio è diventato l'obiettivo primario degli inserzionisti. Ho un amico americano che prima di comprare ogni cosa consulta i forum i cui utenti commentano i prodotti che hanno appena acquistato. Ha fatto così per la macchina, il telefonino, la nuova lavatrice della moglie". Alla Forrester Research , Paul Jackson ricorda che molti utenti della Rete sono "ormai impermeabili ai tradizionali messaggi pubblicitari sul web" come ad esempio i banner.
Funzionano invece benissimo iniziative come quella di KLM, che ha lanciato in 38 paesi del mondo un gioco online simile al gratta e vinci. L'utente che non ha fortuna può rientrare in gioco se invia a tre amici il link del sito. E' qui che il viral marketing inizia le sue moltiplicazioni.
"Il passaparola elettronico che viaggia dentro i social network diventerà la formula più importante per avvicinare i prodotti ai consumatori" ha detto Jerry Yang, fondatore di Yahoo! 12 mila dipendenti e mezzo miliardo di posizioni email, al recente Consumer Electronic Show di Las Vegas.
Yahoo! ha appena annunciato una forma di pubblicità basata sulla condivisione di messaggi: tu spedisci ad un amico un "widget" -cioè un contenuto musicale o un videogioco- che può essere sponsorizzato con un "consiglio" per gli acquisti. Altre volte, sulla pagina di Yahoo! One touch, quella con cui si naviga dai cellulari, ricevi da un amico un quiz che ti invita a scegliere tra diversi stili di jeans. Quando clicchi il tuo modello preferito, appare una cartina che ti indica il negozio più vicino. E' stato Mark Zuckerberg, il 23 enne fondatore di Facebook, social network da 50 milioni di utenti pronti a trasformarsi in "teste" pubblcitarie, a mettere scompiglio nel mercato dell'advertisng, quando ha lanciato Facebook Ads e introdotto una forma di marketing iper personalizzata detta Beacon. I concorrenti si sono detti: se su Facebook uno come Bill Gates ha già investito 240 milioni di dollari vuol dire che sarà una grandiosa macchina pubblicitaria.
Ma Beacon ha fatto gridare allo scandalo: andrebbe a violare la privacy degli utenti con la funzione Facebook Insights che fornisce un profilo socio-demografico quasi "poliziesco" con età, abitudini e interessi degli utenti.
Nel frattempo Maurice Levy, presidente del gruppo Publicis, 44 mila dipendenti in 104 paesi, sta investendo un miliardo di dollari nelle nuove infrastrutture che permetteranno formule nuove di pubblicità digitale ai suoi clenti Oreal, HP, Renault per raggiungere i consumatori via web. Malcolm Gladwells, padre del viral marketing, cita il caso delle scarpe Hush Puppies nel 94, con trentamila paia l'anno, potevano solo sparire dal mercato. Finché un gruppo di ragazzi dell'East Village di New York, appassionati di quelle scarpe, furono ingaggiati da due case di moda come modelli, indossarono le scarpe in un sito che generò dei forum e portò in qualche anno le vendite a un milione e seicentomila pezzi.
A ben pensarci, per il cinema, la regola del passaparola è una tecnica antica. Vale più il consiglio di un amico dei i roboanti annunci che descrivono tutte le uscite come "film più premiato dell'anno!" Con il social network, l'abitudine artigianale di consigliare un film ad un amico, si trasforma in un'industria che macina miliardi. Dice Layla Pavone, presidente italiano dell'Interactive Adverting Bureau: " La pubblicità online passerà dai 45 miliari di dollari di quest'anno, ai 75 del 2010. E il mercato italiano quest'anno fatturerà dal web un miliardo di euro".

sabato 12 gennaio 2008

I saldi di fine stagione

Dal 5 gennaio, o giù di lì, sono scattati i saldi di fine stagione. Non c'ero mai stato. Quest'anno ho voluto provare ad esaminare il fenomeno e mi sono fatto una mia idea; non so come la pensate voi.

Il 5 era sabato, giorno già abbastanza pieno di traffico, anche in condizioni normali. E' chiaro che l'attrazione dei saldi ha contribuito a peggiorare il traffico già congestionato di Roma.
I negozi erano pieni e molti avevano anche delle discrete file alle casse; buon segno i clienti si erano comportati bene, stavano comprando.
Da Decathlon sembrava di essere in un suk, gente che si strappava le merci e file enormi fuori alle poche cabine per provarsi tute da sci e vestiario vario.
Continuando ad osservare mi sono accorto però che la roba effettivamente in saldo era poca; eppure erano solo le 10 del primo giorno!
Anche in altri negozi, la storia era la stessa: poche selezionate cose erano in saldo, tutto il resto a prezzo pieno.

Martedì mattina sono tornato in giro, sono andato in un paio di centri commerciali, in giro non c'era nessuno. Ovvio, tutti si concentrano su sabato e domenica, gli altri giorni lavorano, ma secondo me forse potrebbe valere la pena di farsi mezza giornata di ferie per evitare il caos del week end.
Solo che, in effetti, non ne vale la pena. Non essendoci nessuno in giro, ho potuto osservare bene gli scaffali con la scritta saldo: pochi e sguarniti.

Credo che i saldi, così come sono impostati, siano una fregatura, anche per i negozianti che devono fronteggiare una marea di visitatori e forse non ne ricavano molto.
In più, i saldi dovrebbero servire a disfarsi dei prodotti che, a fine stagione, risultino invenduti e non sempre è così.

Secondo me, i saldi non dovrebbero essere stabiliti a date prefissate; i commercianti dovrebbero essere lasciati liberi di vendere a saldo le proprie merci quando e come vogliono, scegliendo quindi il periodo più idoneo a loro, con il vantaggio che in questo caso i saldi sarebbero più veri.
Mi spiego meglio, se io commerciante devo effettuare i saldi in una data prefissata, metterò in saldo più o meno quello che mi capita. Se invece sono libero, posso mettere in saldo, magari ad un buon sconto, ciò che non penso di vendere più a prezzo pieno, perché non è più stagione oppure perché la merce non è più richiesta o di moda.

E' cosi?

lunedì 7 gennaio 2008

Partecipate al movimento RED

Ho visto una iniziativa che mi è piaciuta molto: (PRODUCT) RED non è un ente di beneficenza, ma un movimento al quale potete prendere parte semplicemente acquistando i prodotti e servizi (RED) nei vostri negozi preferiti. Scegliendo (RED), aiuterete a finanziare l'acquisto e la distribuzione di farmaci contro l'AIDS in Africa.

Io sono un forte sostenitore del Marketing Virale, quindi mi ha colpito questa iniziativa che porta, senza dubbio, vantaggi alle aziende che vi hanno aderito, ma porta anche vantaggi ad altri.

Per ulteriori informazioni, consultate il sito www.joinred.com.

Prevenzione tumori dell'utero

Dal 28 marzo 2007 è disponibile nelle farmacie italiane il primo vaccino contro il Papillomavirus, causa principale del tumore al collo dell'utero che solo in Italia colpisce dieci donne ogni giorno ed è la seconda causa di morte in Europa per tumore tra le donne tra 15 e 44 anni.

L'indicazione alla vaccinazione è per le donne dai 9 ai 26 anni.

Il massimo beneficio è per le giovani che non hanno ancora avuto rapporti sessuali e quindi non sono entrate in contatto con il Papillomavirus.

La vaccinazione sarà gratuita alla fascia delle ragazze dodicenni.
Vedi qui

Il Network Marketing

Wikipedia riporta questa definizione, a me pare abbastanza corretta. Qual'è il tuo parere?
Il Network marketing (o Multi-level marketing (MLM) o vendita multilivello) è un metodo di distribuzione di prodotti o servizi che permette ad un distributore o venditore di crearsi una rete di distributori. Solitamente i singoli individui, acquistano una licenza identificativa un "codice" al quale vengono collegate provvigioni e sotto-distributori, possono svolgere attività di vendita indipendente grazie ad un'azienda principale. I distributori vengono ricompensati in base ai beni o servizi distribuiti direttamente o da terzi nella loro rete di distribuzione, in percentuale sul fatturato globale dell'organizzazione, per differenza ed a scaglioni.

Nel multi-level marketing, vengono distribuiti prodotti di tutti i tipi, e non necessariamente gli affiliati devono fare direttamente uso di tali prodotti, anche se è vivamente consigliato, affinchè si possa creare un volume d'affari consistente.

Il punto di forza di questo tipo di sistema è il fatto di eliminare tutti i tipi di promozione pubblicitaria affidandosi al passaparola di amici e conoscenti con enormi risparmi da parte delle aziende produttrici che si riversano su un migliore rapporto qualità-prezzo dei prodotti/servizi distribuiti.

Ogni diversa azienda che usa il MLM come sistema di distribuzione ha un diverso sistema di remunerazione dei propri distributori, e di conseguenza diversi sistemi di formazione.

Il concetto base del MLM è la meritocrazia ovvero quadagni direttamente proporzionali al tipo e alla quantità di lavoro svolto, offrendo un potenziale enorme di guadagno per i distributori.

IL MLM è nato intorno agli anni 50 negli stati uniti e oggi parte dell'economia americana è basata su di esso. Questo sistema economico è materia di esame anche alla facoltà di economia e commercio e sempre più aziende lo attuano anche in parallelo ai classici sistemi di distribuzione.

E' paragonabile ad un sistema di franchising, ma senza gli enormi costi di gestione e con maggior libertà di azione.

Non è da confondere con strutture Piramidali o Catene di sant'Antonio, essendo quest'ultime sostanzialmente diverse e soprattutto illegali nella maggior parte del mondo.

Molte delle aziende che basano la loro integrità su questo sistema di distribuzione in italia, fanno parte dell'associazione AVEDISCO che è un associazione che rappresenta e ne garantisce la serietà delle aziende che in italia operano con il sistema di vendita diretta o MLM.